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Chiara, Piero.

Scrittore italiano. Conseguito il diploma, entrò nell'Amministrazione della Giustizia, prima a Pontebba, poi ad Aidussina (Gorizia) e infine (1933) a Cividale. Trasferito a Varese, fu espulso dal PNF; decisosi ad emigrare, fu sorpreso dall'invasione della Polonia a Zurigo. Rientrato in Italia fu richiamato alle armi e subito congedato. Incriminato per antifascismo nel 1943 si rifugiò a Lugano; dopo una tormentata esperienza in diversi campi di lavoro, divenne insegnante di lettere nel liceo parificato di Zugenberg. Nel 1945 pubblicò a Poschiavo la sua prima opera, la raccolta di poesie Incantavi. Rientrato in Italia, si congedò per dedicarsi interamente all'attività letteraria. Tra le prose, di particolare rilievo: Dolore del tempo (1959), La spartizione (1964), L'uovo al cianuro (1969), Il pretore di Cuvio (1973), La stanza del vescovo (1976). Ha contemporaneamente curato la traduzione e pubblicazione di opere di autori italiani e stranieri (i Sonetti funebri di L. de Gòngora, 1956; la Storia della mia vita e l'Epistolario di G. Casanova, 1964-69; il Satyricon di Petronio, 1969; le Poesie di G. Baffo, 1974) e svolto attività di saggista (Vita di G. D'Annunzio, 1978) e critico d'arte (Disegni di G. Carnovali, 1968; Dodici acquarelli di A. Dürer, in collaborazione con L. Vitali, 1970). In seguito C. si è dedicato maggiormente alla narrativa scrivendo con successo numerosi romanzi tra i quali: Il cappotto di astrakan (1978) da cui è stato tratto un film, Una spina nel cuore (1979), Vedrò Singapore? (1981), Viva Migliavacca (1982), 40 storie negli elzeviri del Corriere (1983). Con Una storia italiana: il caso Leone (1985) C. si è accostato alla tematica politica (Luino 1913 - Varese 1987).
"Il mio paese" di Piero Chiara